martedì 6 settembre 2011

Tutto il mondo è Insubria

Non ci volevo credere. Eppure è così. Incredibile! No, cioè, sul serio! Facciamocene una ragione: tutto il mondo è Insubria. O se preferite: c'è un pò di Insubria in ognuno di noi (leggi "in ogni università italiana").
Insomma pensavo che la nostra bella Insubria fosse unica al mondo. Che avesse le sue stranezze, le sue disfunzioni, la nuvoletta di Fantozzi e la nebbiolina sfigata che le davano un'aria da Alcatraz...Invece mi sono dovuta ricredere (con una certa soddisfazione, devo ammettere).
Ma andiamo con ordine. Ieri sono andata con A. a visitare la Scuola (perchè, se tutto va bene, ad ottobre si torna a scuola). Ok, Milano è Milano, emanavamo un'aura di timore, meraviglia e stupore da vere provinciali in gita nella grande città (io incarnavo proprio il clichè, con tanto di cartina scaricata da Google...).
Ora, uno si fa una certa idea, nel senso che, dopo aver vissuto un'esperienza quinquennale in un'Università che non era nemmeno riuscita a far mettere i bottoni dell'ascensore corrispondenti al piano giusto, spera poi di salvarsi dalla disfatta rifugiandosi in un ateneo vero.
Invece no!!! Sono quasi emozionata! L'ASCENSORE DELLA STATALE HA I BOTTONI INVERTITI!!! Si, come da noi, uguale! Ma vi dirò di più, quando siamo riuscite ad approdare al piano giusto, dopo un lungo lavoro di interpretazione tasto/piano, abbiamo capito di essere giunte alla meta dal fatto che il corridoio era ingombro di scatoloni di toner! Proprio come da noi!! Quando poi ho bussato alla porta della segreteria didattica e non c'era nessuno nonostante fossimo lì nell'orario e giorno indicati....beh mi è venuto quasi da piangere! Mi sono sentita a casa. Come da noi, a Varese! Mancava solo la porta con scritto "aula tutor" e sarebbe scattata la lacrimuccia. La stessa sensazione ancestrale l'ho avuta parlando con il tipo della segreteria studenti che ha risposto alle mie domande con quell'aria smarrita tipicamente insubre (che comunica "vorrei risponderti "boh" ma non posso"), quel tono che trasuda insicurezza, quello sguardo come per dire: io ti rispondo ma declino ogni responsabilità. Certo, c'è da dire che mi sono quasi innamorata di lui quando, alla mia domanda "ma è sicuro?" ha risposto "certo, dottoressa!". Ahhh, che soddisfazione! Volevo abbracciarlo! Son quelle cose che fanno sciogliere. Certi uomini sì che sanno parlare alle donne!
Insomma, sarà un segno del destino, sarà che siamo tutti sulla stessa barca, sarà che tutto il mondo è paese, ma constatare di persona che...beh che non mi sono proprio fatta mancare niente, durante la mia esperienza universitaria, che l'ho vissuta esattamente come qualunque altro studente d'Italia, con le stesse disfunzioni, mi fa capire che, alla fine se gli svantaggi ce li hanno tutti si elidono. E se gli insubri svantaggi si elidono rimangono solo i vantaggi! Quindi, secondo una semplice operazione matematica, è andata meglio a me (leggi: noi) che agli altri! Quindi la giornata di ieri ha decisamente risollevato il mio orgoglio. Bene bene. E anche questi tutor (li chiamo così ma erano gli studenti addetti all'infopoint)...pensavamo che fossero migliori di noi, che fossero i tutor veri, e invece non erano a conoscenza nemmeno dell'esistenza della nostra meta. In compenso rimorchiavano alla grande!

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