martedì 6 novembre 2012

Post di una ragazza insonne

Non riesco a dormire. Avete presente quando vi rigirate a vuoto nel letto e poi fa caldo e poi fa freddo e poi ci sono le pieghette delle coperte che danno fastidio e poi il cuscino è scomodo e poi il pigiama è storto? Ecco. Non riesco a dormire e quindi scrivo. Non so bene di cosa, credo che mi lascerò trasportare dagli occhi della notte, come Lilli e il Vagabondo. È che davvero non so cosa scrivere, forse anche perché in questo momento mi sento un po' spenta, non saprei dire. E con "questo momento" non intendo mezzanotte-e-mezzo-con-la-sveglia-che-domani-suona-alle-sei...intendo proprio questo periodo di vita. Non riesco a capire se il torpore che sento nel cervello è dovuto ad un fisiologico calo adrenalinico, ad una sottostimolazione lavorativa, ad una sottovalutazione dei pericoli, ad un inconscio rifiuto di affrontare i miei fuochi sopiti sotto la cenere. Non saprei, dicevo. È allora finisce che passò le serate nel letto a guardare Gordon Ramsay, e Buddy e a pensare che anche io vorrei saper fare delle torte così belle. Si, sono pensieri inutili e si, questo post è il frutto di una mente malata, ma abbiate pazienza, sono reduce da una giornata abbastanza annichilente, e non riesco a dormire. Vi ho mai parlato di quanto sia brutto avere la nebbia nel cervello? Probabilmente si, ve ne ho parlato fino alla nausea. Non so neanche più che domande pormi. E, sinceramente, spero che si tratti di una fase ormonale, perché passare i prossimi mesi nella pace dei sensi non mi sembra una prospettiva auspicabile. Però scrivendo non mi sta venendo sonno. Per nulla. Avete presente quella sensazione strana, quando mettere le mani sotto l'acqua bollente ed è talmente calda che la sentite fredda? O quando i suoni acuti sono talmente acuti che non si sentono? Ecco, penso che il problema potrebbe anche avere questa natura. Che la paura sia talmente forte che non la sento. Solo che c'è anche il fantastico effetto collaterale di non sentire più nulla. Paura di che? Di smentirmi inadeguata. Di non essere all'altezza del mio ruolo (infimo, ma perché sottovalutarlo?), di non ottenere nulla, di non lavorare abbastanza per ottenere qualcosa, che poi le mie sono tante belle parole ma io parlo parlo e di sostanza sotto c'è n'è ben poca. Tante dichiarazioni di intenti, le chiamerebbe V, ma senza reali propositi. Come quando si comincia una dieta. Parole parole parole. Il problema è: se sono conciata così ora... Che ne sarà di me a dicembre prossimo? Mi raccoglierete col cucchiaino, sperando, almeno in quella sede, di non dover correggere gli errori di battitura dell'ipad. Che se per una volta la faccia della medaglia lavorativa, quella sentimentale, quella familiare e quella personale (quante facce ha 'sta medaglia?!) si mettessero d'accordo per raggiungere non dico una iridata colorazione aurea, ma almeno una, che ne so, di bronzo, o anche di legno, ma tutte uguali coordinate (non, come direbbe Carla, in pendant contrasto), invece di dividere la mia esistenza in diversi gradini del podio emozionale...beh non sarebbe male. Ma voi poi non vi stufate? Io mi stufo di smentirmi ripetere sempre le stesse cose...è c'è una personcina ragionevole dentro di me, che si è infilata sotto le coperte e ora sta scalciando per aria sbuffando "che noia che barba che barba che noia". Ma vi dico la verità, la mia speranza è che questo stream di riflessioni sterili ed inutili nonché estremamente poco costruttive fuoriesca da me e di trasfonda in questo blog, come una specie di transfer, come un virus che si deve passare a qualcuno per guarire. È quindi poi finisce che la rava e la fava ve la cuccate voi. Tra l altro, qualche sera fa sono andata a vedere il nuovo film di Bertolucci, una delusione. Spero di riscattar i con "venuto al mondo".