venerdì 10 febbraio 2012

The pink theory

La tattica dello gnorri, quella del silenzio (con il corollario del messaggio vuoto), la strategia del giorno alternato, dell'orario sbagliato, del cellulare agitato, dell'astensione il venerdì e il sabato, della fissazione assidua dello schermo, della connettività intercerebrale, della rima baciata, la regola dell'amico, della prevalenza del fatto rispetto al non fatto...
Sono solo un esempio delle decine di migliaia di tattiche inventate dalle donne per sopravvivere in questo pazzo pazzo mondo. E non crediate che queste cose le inventi solo io che sono un pò matta. No no sono  universalmente conosciute e, più o meno consciamente, tutte noi le mettiamo in atto ogni giorno, fondamentalmente perchè si tratta di comportamenti basati sul mero buon senso, come la tattica del silenzio, di cui ho già ampiamente parlato in passato. Poi però capita che funzionino anche quelle cose su cui mai e poi mai avresti scommesso, come la strategia del cellulare agitato. E allora sono soddisfazioni.
Ci pensavo proprio oggi in treno, al fatto che dovremmo scrivere un libro per erudire le nuove generazioni (che in realtà sono molto più sgamate di noi, come dimostrano i saggi consigli della sorellina minore..). Ma mi chiedevo anche fino a che punto queste elucubrazioni che, diciamoci la verità, possono nascere solo dopo una intensa giornata di diritto dell'unione europea, funzionino davvero. Cioè, lo dice anche Maccio che il cervello dell'italiano medio è infinitamente più semplice della più semplice delle succitate tattiche. E allora a cosa servono le tattiche? A cosa mi serve sapere che la probabilità media di ricevere un messaggio aumenta proporzionalmente alle scosse applicate al mezzo di ricezione del messaggio stesso? Non dovrebbe essere tutto molto più semplice di così?
Il fatto è che ad un certo punto passa la voglia di giocare. E basta, via la maschera, scopriamo le carte, bando all'incertezza, anche se è bello cullarsi nell'incertezza...ma solo fino ad un certo punto, solo a partire da un certo punto. Dal punto della sicurezza. Ovvero nel momento esatto in cui l'incertezza non ha più ragione di esistere. Perchè per scoprirsi prima del tempo ci vuole coraggio, ma soprattutto deve valerne la pena, e queste sono valutazioni che vanno fatte, tenendo anche conto dell'ormai celeberrima teoria delle tre fasi! E così ecco l'enunciato della legge della valutazione temporale: la sicurezza acquisita con il passaggio fruttuoso del tempo (durante il quale si attuano tutte le suddette tattiche prodromiche) è direttamente proporzionale alla forza di sfondamento del successivo approccio. Grazie per l'ascolto.

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