lunedì 7 novembre 2011

Vita da praticante 2: Cenerentola sulle scale del G.d.P.

Gli effetti positivi del praticantato. Mmmmmh..beh prima di tutto fare il praticante favorisce il mantenimento della linea. Per esempio l'altro giorno avrò percorso, a trotto sostenuto, almeno 30 km tra tribunale e G.d.P. avanti e indietro, avanti e indietro...e non avendo la possibilità di smangiucchiare tutto il giorno i risultati si vedono!
Poi...poi beh certe risatine che mi faccio sotto i baffi non hanno prezzo, per esempio quando, nella folla delle udienze del venerdì mattina, un avvocato prende l'iniziativa e per salvare gli astanti da morte certa per asfissia apre una finestra. Ma la finestra non sta aperta perchè è rotta. Allora incastra una penna tra gli stipiti lasciando aperto un piccolo spiraglio per il passaggio dell'aria. La folla lo osanna con urli e applausi e l'eroe si schermisce e senza modestia afferma: "Eh...questo è extreme engeneering!". Oppure quando, sempre nella folla delle udienze del venerdì mattina l'avvocata, arrivato il suo turno, eccepisce davanti al Giudice non ricordo cosa, e tutti, invece di farsi gli affari propri scoppiano in risatine di scherno e propongono al libero convincimento del giudice il loro personale (e non richiesto) commento sulla faccenda, tra un ghigno e l'altro.
Altro lato positivo del praticantato sono le camminate (sempre a favore della linea) che mi faccio tra lo studio e casa e tra casa e lo studio, di solito ad orari tali per cui le strade sono vuote, o meglio, sono popolate da strani esseri e creature che normalmente, nelle ore di luce, vivono nascoste sotto i tombini. Per esempio Milly, una gattina siamese che si aggira per il Corso. Ogni volta che la vedo è circondata da persone che la credono dispersa e cercano di salvarla (me compresa). Oppure il suonatore di sax che si piazza davanti alla Feltrinelli. Ogni tanto un suonatore di arpa gli si mette di fronte e suona un'altra musica e gli fa consorrenza. In Corso c'è sempre il suonatore di flauto traverso, ma non è molto bravo. L'altra sera invece c'era il complessino di studenti slovacchi, loro sono bravi.
Oggi ho addirittura perso una scapra sulle scale del Giudice di Pace. Certo, invece del principe dietro di me c'era una vecchietta che mi fa "Signorina, ha perso una scarpa!". Io, saltellando su un piede solo e cercando di evitare le pozzanghere fangose, sono retrocessa di un passo e ho reinserito il piedino nella scarpetta perduta, ho sorriso alla signora e l'ho ringraziata. Dentro di me pensavo: "Cavoli sciura, che acume! E grazie per aver pensato che io fossi tanto rintronata da non essermi accorta di aver perso una scarpa in un giorno di pioggia!"

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