venerdì 18 marzo 2011

Non mi è mai piaciuto il tango

Si, diciamolo, ballare non è proprio il mio forte...Ma il tango è sempre stato un ballo che mi da particolarmente i nervi. Una danza rigida, impostata, una passione come per forza.
Questo per dire...avete mai visto "Ultimo tango a Parigi"? 1972, Bernardo Bertolucci.
Io l'ho visto l'altro giorno dopo un periodo di riflessione scettica in merito. In realtà prima di commentarlo avrei voluto riservarmi di guardarlo una seconda volta, ma in questi due giorni mi ha ronzato in testa così tanto che non ho potuto fare a meno di scrivere questo post.
Ho diviso idealmente (e in realtà anche materialmente..) il film in due parti "pre-burro" e "post-burro" (chi l'ha visto comprende...). La prima parte è un pò lenta, molti monologhi, qualche tempo morto. In effetti è tipico di Bertolucci alternare scene di grande carica emotiva a scene dove l'attenzione dello spettatore quasi si perde (basta guardare "Novecento" o "The dreamers"..ma più "Novecento", perchè in "The Dreamers" l'attenzione persa non la si ritrova più...) per poi dare una scossa violenta con un colpo di scena o con la colonna sonora.
In "Ultimo tango a Parigi" la colonna sonora (famosissima)  è effettivamente un pilastro di tutta la storia, tanto che in certi passaggi si sostituisce ai dialoghi, li copre finchè non si confondono e poi si spengono. Mi viene in mente ad esempio la scena in cui Jean e il suo fidanzato sono seduti sul bordo di una fontana, lui le chiede di sposarlo e iniziano a scherzare: "Si...No...Si...No..." ad un certo punto parte la musica, nel momento esatto in cui non c'è più bisogno di parole (a volte vorrei che fosse così anche nella vita... non sai cosa dire e...Tac...parte una musica evocativa...).
La parte "post-burro" è più intensa, più ritmata: monologo-colpo di scena-monologo-colpo di scena etc. Il ritmo si coglie anche dall'alternanza dei personaggi Jean-Paul-Insieme-Jean-Paul-Insieme etc. Il tutto condito da una Parigi fuori dal tempo, cioè, il film è del '72, ma non ci sono riferimenti specifici al tempo; Jean indossa abiti vintage, le ambientazioni sono quasi tutte "art deco", come l'albergo di Paul, l'appartamento, il colonnato, perfino la sala da ballo (mi ricordava qualcosa del meraviglioso quanto spaventoso Overlook Hotel- "Shining"- che aveva la sala bar con arredamento anni '20).
Mi hanno colpita alcune macchiette umoristiche (in senso Pirandelliano), come la donna che bussa alla porta dell'hotel per avere una camera per sè e il suo gigolò (in senso pienamente Pirandelliano) o l'amante di Rosa, Marcel, che indossa una vestaglia uguale a quella di Paul, vive in una stanza uguale a quella di Paul e somiglia pure a Paul, tanto da spingerlo a chiedere a Brando: "Cosa ha spinto Rosa a tradirti con me?". O ancora la direttrice russa della sala da ballo, un vero stereotipo.
Nel suo complesso, mi è parso quanto mai lontano da un film "sulla realtà". E' senza dubbio un film "sulla passione". Ogni scena importante, ogni esperienza, ricalca con violenza un sentimento. Il film si allontana dalla realtà e si addentra in un mondo fatto solo di passione, è come se i confini svanissero, se la realtà non fosse più netta (come all'inizio, dove la morte- di Rosa- ancorava i piedi a terra) ma sfumata in una serie di moti emotivi e spastici che nemmeno i personaggi riescono più a governare.
La cosa è particolarmente emblematica, secondo me, nella scena in cui Jean prova l'abito da sposa e parla dell' "amore pop" (devo impararmelo quel monologo...dovrò trovare occasione per citarlo...), la musica sale e lei scompare. E ovviamente alla fine, quando lei spara, chiudendo nuovamente il cerchio sulla realtà.
Che dire delle scene...hard, tanto criticate? Ecco, tralasciando il fatto che io tutto 'sto hard non l'ho visto (ho visto la versione censurata, quella da 2h e 3 min, lo dico per dovere di cronaca ma la cosa non è rilevante dal momento che la versione integrale di 3h è stata ritirata dalle sale il giorno dopo la prima cinematografica italiana e ne rimangono solo 5 copie, conservate nella Cineteca Nazionale) e che oggi come oggi è più erotica la pubblicità dello yogurt, ho notato, più che il "pansessualismo fine a se stesso" (come è stato definito dalla critica del tempo) una gran violenza nei rapporti tra Jean e Paul. Mi spiego, volenza emotiva più che fisica, come nella scena della vasca da bagno, quando lei dice "ti amo" e lui la prende a scarpate in testa. Ma per me è proprio questo aspetto manesco del loro rapporto che li unisce, è una specie di trait d'union tra loro, un segreto che custodiscono e che li rende diversi, speciali. Per questi motivi non mi sento di muovere accuse di eccesso in questo senso; anche se, alla domanda "senza quelle scene il film avrebbe avuto la stessa incisività?", la risposta probabilmente sarebbe sì (cosa che invece non si può dire di Arancia Meccanica, in cui le scene violente sono legate funzionalmente alla riuscita del film..). D'altro canto è inevitabile sfociare nel banale quando si legge che il film trae ispirazione dalle fantasie personali del regista (che mi viene da pensare...anche i film di Tinto Brass prendono spunto dalle sue fantasie personali, ma almeno lui ha la coerenza di non macherarli da cinema impegnato...), o che Bertolucci era un uomo grasso e sudato, antipatico e che sfruttava gli attori e soprattutto le attrici, cogliendole di sprpresa con scene impreviste (dal racconto di Maria Schneider sulla scena del burro)...va beh..
Per concludere...Il tango non mi è mai piaciuto e ho dedotto che non piacesse tanto nemmeno a Bertolucci, visto che i suoi personaggi lo trasformano in una specie di Dirty Dancing completamente ubriachi (tra l'altro... ma quanto somiglia Jean a Baby?!)-scherzo.
Quindi grazie a F. per avermi consigliato questo film. Chi mi consiglia la prossima pellicola su cui sproloquiare?

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