mercoledì 18 aprile 2012

Fogli bianchi

E' un pò che guardo questa pagina bianca. Non so cosa scriverci sopra. Sembra una mia giornata...comincia bianca e io devo riempirla di contenuti. Ultimamente poi sembra che qualcuno abbia deciso di farmi del male tirandomi fogli bianchi da riempire. Risme intere. Così fanno più male.
Alla fine mi dico che devo cogliere queste occasioni, prenderle come trampolini di lancio, scrivere qualcosa di positivo su questi fogli, individuare quello che voglio e andare a prendermelo. Saggio. Ma è più facile a dirsi che a farsi. Perchè a farsi fa male. Fa davvero male. Più di una risma in testa, più di un foglio di carta che taglia in mezzo alle dita.
Oggi D. mi ha detto che gli italiani sono assuefatti a questa mentalità aggrappata con le unghie alla stabilità, per questo i giovani non sono malleabili, non apprezzano le occasioni di cambiamento. Io le apprezzo le occasioni di cambiamento, ma in questo momento speravo di mantenere, non dico una certa stabilità, ma almeno un minimo equilibrio. Invece no. Va beh. Bisognerà prendere provvedimenti, riempire questi fogli bianchi con la mia storia. Alla fine, forse, potrei anche scrivere una storia interessante, tipo: "Praticante in studio legale parte per il brasile e diventa addestratrice di pappagalli", oppure: "Oggi studiamo sul suo manuale di diritto amministrativo, da ragazza voleva fare il medico" o ancora "Huston! Huston! Abbiamo un problema! Scimmie nere tirano ossi contro un monolite nero!" (forse l'ultima è già stata scritta...).
La verità è che non si può scendere dalla giostra, continua a girare e non serve a nulla mettersi sul cavallino e aspettare che la cassiera faccia cadere la coda pelosa sulla nostra spalla. Per acchiappare la coda bisogna essere sleali e cattivi, salire in piedi sul cavallino, saltare, sbracciarsi..e se qualche bambino si intromette tra noi e il posticcio obiettivo, fargli male, graffiarlo e morsicarlo.
Quando ero piccola (bimba ingenua) salivo sulla giostra e aspettavo il mio turno. Si, ero convinta che la cassiera, per accontentare tutti i bambini, facesse in modo che ognuno a turno potesse prendere la coda. Invece la cassiera era di una cattiveria rara e faceva saltare l'elastico con evoluzioni assurde. E io mi arrabbiavo se gli altri bambini si impegnavano in tuffi carpiati e salti Fosbury per giungere alla meta. La giostra scuola di vita (dalla quale a quanto sembra non ho imparato nulla...).
Se il giorno della mia laurea mi sentivo così potente da dire "Franci, se vuoi qualcosa vai a prendertelo, puoi farlo!", ora ho tanto l'impressione di ricevere una grande pedata nel sedere da qualcuno che mi urla "Svegliati Franci! La vità è cominciata!" E se io volessi prendermi una proroga? In fondo è anche per questo che ho deciso di iscrivermi a scuola, no? Prendermi una proroga dall'inizio della vita vera. Ma ho come l'impressione che non ci sia più spazio per le proroghe. Da domani si cambia. Sul serio.

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