giovedì 6 ottobre 2011

Fai ciò che vuoi

Quando ero piccola, sotto Natale, davano sempre il celeberrimo "La storia infinita". Un classico. Come tutti quelli della mia generazione (e non) sanno, Bastian possedeva un medaglione con scritto "fai ciò che vuoi". Ci sguazzava un pò in questa cosa. Alla fine non è male sentirsi liberi di fare ciò che si vuole: saltare sul letto, mangiare 10 ciambelle di fila, dormire fino alle due del pomeriggio (tutti fanno queste cose in realtà, ma non sarebbe bello farle senza sentirsi in colpa?). Ci metteva tutto il film per capire che "fai ciò che vuoi" è una esortazione che va oltre il semplice "fai quello che ti pare", oltre l'adolescenziale libertà che ognuno anela. Significa trasforma te stesso in ciò che vuoi diventare, sii padrone della tua vita, o meglio, padrone del tuo futuro; non ti accontentare di quello che trovi, e non smettere di cercare quello che sei perchè non sarai mai troppo vecchio per ritrovarti.
Oggi non si usa più dire "fai quello che vuoi". Il moderno concetto si sintetizza nella proposizione "stay hungry, stay foolish". Di fronte ai miracoli dell'animazione Pixar, d'altronde, il pelouche parlante e volante della Storia infinita sfigura. E anche le belle parole di un vecchio film quasi dimenticato.
Steve parlava ai laureandi, "siate affamati (di vita, di successo, di amore per ciò che fate), siate folli (temerari, senza paura, cadete, fatevi male, meglio rimorsi che rimpianti)".
Quando mi sono laureata qualcuno mi ha detto: "Non consentite a nessuno di dirvi cosa è o non è possibile; abbiate la sfrontatezza dei venticinque anni, sbaglaiate da soli, rialzatevi da soli, siate impertinenti, non ponetevi limiti". Ok, non era Steve Jobs, ma a quanto pare i concetti che i professionisti si sentono di esprimere alle nuove leve, sono bene o male gli stessi. E non sono più veri perchè li ha espressi anche Steve Jobs. Sono veri in generale, in assoluto. Ed è difficile rendersi conto di quanto siano veri se non ci si è trovati a trascorrere qualche tempo a pensare cosa significa non accontentarsi. Cercare un modo per cadere e farsi male per capire, anche attraverso un errore, quale strada imboccare. E forse è la frustrazione di questo periodo che mi fa parlare così, ma rovo difficile essere hungry. Trovo difficile essere foolish. Vorrei esserlo, davvero. Certo, il discorso di Steve che, solo oggi, ognuno di noi ha sentito almeno 30 volte, è stato un pò travisato, secondo me. l'interpretazione corrente vuole Jobs inseguitore di sogni, determinato costruttore della sua retta via, imperterrito realizzatore di aspirazioni. Io, dal racconto della sua esperienza, ho capito un'altra cosa. Ho visto un uomo che ha preso le carte che la vita gli ha offerto e le ha trasformate in una mano vincente. Senza incapronirsi, ma lasciandosi guidare dagli eventi e, perchè no?, anche dal caso (che, a volte è un buon alleato). Una persona malleabile, che non sempre sapeva dove arrivare, uno che ha capito l'importanza del viaggio più che della meta. Certo, facile dire queste cose di uno che, oltre ad essere considerato un genio della tecnologia e del marcketing, era l'uomo più ricco del mondo. Chiaramente non basta affidarsi ai moti della vita, confidare nella buona sorte...bisogna anche avere un bel cervello e...beh ovviamente essere hungry e foolish, fare ciò che si vuole. Va bene fare piani, ma saper accettare che la vita li mandi a monte senza andare nel panico, è una capacità di pochi. Pollyanna cercava il lato positivo in ogni evento triste della vita, e riportava la gioia nel triste villaggio. Oggi come oggi, Steve ci dice "arrangiatevi". Nessuno è qui per mostrarci il lato bello delle cose, nessuno ha la voglia e il tempo di mostrarci il lato positivo. La nostra unica certezza siamo noi, il lato positivo lo dobbiamo trovare da soli, la motivazione non scende dal cielo ma la troviamo da qualche parte all'interno (non so bene dove, ma sono sicura che c'è). E anche se la motivazione manca, è giusto saper aspettare. Aspettare che il vento giri, aspettare che l'ennesima batosta ci permetta di rialzarci. Senza mai perdere la sicurezza di noi, per essere veramente liberi di fare ciò che vogliamo.

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