lunedì 17 ottobre 2011

Bombe nel Dentetunnel

Eccomi. Oggi sono logorroica, preparatevi. D'altronde ho in arretrato un pò di cose, prima fra tutte lo showcase di Dente alla FNAC di Milano.
Si, mission compiuta. Abbiamo anche trovato dei posti relativamente buoni, se non contiamo che la guardia giurata aveva deciso di piazzarsi proprio sulla nostra traiettoria visiva...e che un gruppo di ragazze dalla personalità, come dire...abbastanza importante, avevano deciso di scavalcare tutta la coda per piazzarsi davanti (almeno sono state così gentili da scattare qualche foto per me!).
E così Dente ha ufficialmente presentato il suo nuovo disco "Io tra di noi". Mi piacerebbe commentarlo canzone per canzone, ma ora non avrei davvero il cervello per farlo. Basti dire che V. ha detto di essere entrata nel tunnel! Si, nel Dentetunnel è difficile entrare ed è impossibile uscire. Perchè quando ti fermi ad ascoltare quello che dice e ti accorgi che parla al tuo cuore e che riesce ad esprimere con una semplicità disarmante dei concetti che non potrebbero essere approfonditi neanche in 10 blog...beh come fai a lasciarlo andare? Come fai a non ascoltare 50 volte "Settimana enigmatica" cercando di capire tutti gli indovinelli e lasciandoti coinvolgere  dalla musica che cresce mentre la voce più dolce del mondo canta "tesoro mio come sei complicato"? Come fai a non ascoltare altre 50 volte "Giudizio Universatile" senza pensare che fa un baffo alla citata "Giudizi Universali", che la semplice tenerezza dolceamara di Dente distanzia di brutto, in termini qualitativi ed empatici, la pesante coltre di rancore di Bersani e che il ritornello ha qualcosa di vagamente  Renatiano? E come fai a non trasformare i 40 secondi di "Cuore di Pietra" in ore e ore di dolce ascolto cercando di riconoscere tutti i nomi delle gemme?
Comunque...
In questi giorni ho letteralmente visto le lancette dell'orologio muoversi freneticamente, come quando in tv si vedono le stagioni che trascorrono e le nuvole corrono velocissime e il sole sale e scende rimbalzando come una palla tra i grattacieli e le montagne. E non dico questo solo perchè abbiamo vinto il Trofeo Milano, che prevede l'utilizzo di cronometri meccanici (ciò che implicava, in effetti, che io fissassi le lancette), ma anche perchè negli ultimi giorni ho subito una minirivoluzione generale.
Per esempio questa mattina ho iniziato la pratica forense. Ho passato qualche ora a riflettere sui cambiamenti (come sempre) ma poi mi sono detta: "e buttati, una buona volta! Vai e vedi come è". E così ho fatto. Non male. Ho anche una scrivania tutta mia in un ufficio con una grande finestra. Ci sono dei mobili di legno che mi ricordano quelli con cui è arredata la stanza del "padre del diritto privato" in Statale, quel pesantissimo set di armadi, scrivania, sedie etc di legno con inferriate, pieni di libroni. Meno male che nel mio ufficetto non c'è il ritratto di un "padre della materia" che mi guarda!
Ma torniamo al Trofeo Zanon. Più precisamente al momento in cui ho saputo che la cena al Fourseasons prevedeva il dress code "abito scuro". Ecco. Questo momento, invece di coincidere con l'iscrizione alla gara o con le ore precedenti alla partenza, come sarebbe stato opportuno, ha coinciso con il nostro ingresso in albergo alla fine della gara. Bene. Io avevo: jeans rotti dieci minuti prima, felpona con Lucy dei Peanuts sulla schiena, maglietta rossa, scarpe da ginnastica, calze di Hello Kitty. A pranzo qualcuno mi aveva anche rovesciato addosso un caffè.Trucco e parrucco in tono col resto.
Quindi potete immaginare la mia sensazione di inadeguatezza quando hanno cominciato a sfilarmi accanto una serie di silfidi alte un metro e novanta, con la vita del diametro di un mio polpaccio, dei tacchi vertiginosi e che davano tanto l'impressione che, se si fossero messe addosso un sacco dell'umido, sarebbero state bene lo stesso.
Ma alla fine abbiamo vinto, quindi mi sono sentita un pò come se avessimo avuto ragione noi e gli inadeguati fossero gli altri. La sensazione si è accentuata quando la serata è scivolata verso una china pericolosa: quella politica. Come ben sapete, sabato pomeriggio, ci sono state cose ben più importanti del Trofeo Zanon ad occupare le cronache: i black bloc avevano appena distrutto mezza Roma, quando la cena conclusiva del Trofeo Milano si trasformava in un comizio su come noi, custodi della tecnica e dell'ingegno italici, protettori dei gioielli che hanno fatto dell'Italia una Nazione all'avanguardia, noi, che partecipando a questa manifestazione, ci dimostriamo sicuri fautori della ripresa, fieri contrastatori della crisi, perchè noi italiani non dobbiamo chiedere niente a nessuno, abbiamo tutti i mezzi necessari per riprenderci, e queste auto ne sono l'inequivocabile dimostrazione...etc etc. L'Oratore ha parlato con la veemenza di chi deve convincere (gli altri e se stesso) della bontà delle sue affermazioni. Continuava a porre l'accento sui "NOI!", sulle "CRISI!", sui "GRAZIE!"; usava parole come "ripresa", "sostegno" "economia", "mercato"...Per amore del cielo, non ho nulla contro queste parole nello specifico, io non ho pregiudizi linguistici, per me ogni parola gode di pari dignità. Ma, di preciso...cosa c'entravano queste parole con una gara di auto storiche? In campionato CSAI mica viene Pannella a fare lo sciopero della fame. Al Trofeo Profumi e Sapori non ho mai visto Bossi a biascicare sulla Padania e dubito fortemente che Bersani si sia mai interessato a partecipare al Supertrofeo ASI. E allora perchè mi sono dovuta sorbire il comizio? Cioè, ho trovato quanto meno fuori luogo intraprendere la strada della politica durante un evento conviviale spensierato come quello, tanto più alla luce degli eventi del pomeriggio. Sta di fatto che ad un certo punto ho perso il filo del discorso e mi sono riallacciata circa dieci minuti dopo che l'Oratore stava inveendo ancora di più, quasi urlava. E' stato allora che ho desidarato, tutto sommato, avere a disposizione, che so...una bomba molotov o roba simile.

Nessun commento:

Posta un commento