venerdì 6 maggio 2011

Sinusite psichica (se non avete visto il film leggete a vostro rischio e pericolo)

- Andiamo a vedere "Habemus Papam"?
- No, Nanni Moretti è anticlericale...
- Andiamo a vedere "Habemus Papam"?
- No, che palle, Nanni Moretti mi fa venire il latte alle ginocchia...
Che fatica andare a vedere questo film. Comunque ne è valsa la pena. Smentita la teoria del "latte alle gincchia", si è rivelato divertente e meno polemico di quanto mi aspettassi (anche se ho come il sospetto che la mia comprensione non sia andata in profondità...o meglio, che ci sia qualcosa di ancora nascosto che non ho colto...poi mi farò spiegare).
La scena si apre sul funerale del vecchio Papa: Piazza San Pietro piena, bandiere, candele, folla e tutto il companatico (e già qui mi sono chiesta se avessero ricostruito la piazza in studio o se il Vaticano avesse autorizzato le riprese di un finto funerale papale), processione di Cardinali verso la Cappella Sistina e ritiro in Conclave.
E qui la prima cosa che ha fatto ridere l'intera sala (che poi...che bello andare al cinema a vedere un film del genere. Niente adolescenti scemi- come quelli che c'erano ieri sera...ciuffo a banana tipo "Tutti pazzi per Mary"=V.=- niente ciccioni che intimano silenzio...ci saranno state 10 persone ma a tutte, noi comprese, piaceva commentare ogni scena e ridere sguaiatamente, e nessuno si sentiva disturbato...): il perfetto emblema del giornalismo idiota, quello delle domande stupide, quello invadente e inutile. Quanto mi è sembrato vero quel giornalista del Tg2 che blaterava cose senza filo logico cercando di intervistare Cardinali che lo ignoravano.
I Cardinali in Conclave sono dubbiosi, pregano di non essere scelti per l'annoso compito, nessuno vuole assumersi la responsabilità (e sembra che non sappiano nemmeno chi scegliere...visto che scopiazzano l'un l'altro...). Alla terza votazione, fumata bianca. Il prescelto (da Dio, ovviamente) è un Cardinale dato 90 a 1 dai bookmaker.
Alla domanda se volesse assumere l'incarico, spinto forse dai canti e dall'atmosfera, risponde sì. E io e V. ci siamo poi chieste per tutto il film perchè avesse risposto sì (non so se il diritto canonico preveda la risposta negativa...dovrei informarmi). La folla è ora pronta ad acclamare il nuovo Santo Padre, i giornalisti sono in agguato nascosti dietro le loro frasi fatte (un pò più avanti, verrà inquadrata una copia del Corriere intitolata "E' già il Papa di tutti"...tutti chi, che non l'ha ancora visto nessuno??), l'annuncio dal balcone raddensa l'emozione.....quando l'aria viene rotta dal grido del neoPontefice.
E da qui comincia il film.
Cioè. Come mio solito sono riuscita a dividerlo in due parti, ma questa volta non in senso strettamente temporale, bensì in senso trasversale. Ho tracciato una lunga linea che passa attraverso questo povero uomo e lo divide in due durante tutto il film. Ovviamente le due parti sono "il Papa" e "l'uomo". Ma la parte del Papa non è stata molto attiva...cioè questo poveretto traspostato dagli eventi mi è sembrato solo uomo. E lo dimostra il fatto che non chiede aiuto ad un altro esponente del clero, per risolvere i suoi dubbi, ma ad un medico. Cerca di dare al suo stato un nome di malattia, qualcosa di concreto, di clinico: depressione. Forse perchè se il Papa è il massimo esponente della Chiesa, non c'è nessuno a cui potersi rivolgere? Ma perchè, se sopra al Papa c'è solo Dio, il Papa stesso non cerca risposte nella fede ma nella medicina? Per giunta presso uno psichiatra non credente (che viene brutalmente sequestrato e che, tra l'altro mi sembra abbia più psicosi dei suoi pazienti).
Questo tentativo clinico di curare il Papa attraverso la psichiatria (in un susseguirsi di scene degne di un film sul Re Sole...Cardinali che assistono al risveglio, Cardinali che assistono al pasto, Cardinali che assistono alla psicoanalisi...) fallisce e porta alla conseguente fuga del malato e alla reclusione del medico in Vaticano, senza modo di comunicare con l'esterno, in compagnia dell'intero Conclave.
A questo punto la storia si divide in "storia dell'uomo" e "storia della chiesa", sullo sfondo i fedeli che attendono la proclamazione di un Padre che sembra non avere nessuna intenzione di mostrarsi ai suoi figli (la televisione parla di morte improvvisa, di sostituzioni e sotterfugi.....il portavoce del Vaticano- per inciso, il personaggio più odioso del film- cerca di nascondere la scomparsa di Sua Santità facendo alloggiare nei suoi appartamenti una guardia svizzera grassa con l'incarico di agitare le tende ogni tanto per simulare la presenza del legittimo occupante della stanza...esilarante).
Mentre il Papa vaga per Roma cercando se stesso, in Vaticano lo Psichiatra prende il potere e mette in evidenza la profonda umanità dei Cardinali. Perchè c'è poca differenza tra 30 ottantenni all'ospizio e 30 ottantenni in Vaticano: sempre di 30 ottantenni si tratta...Santi ottantenni, certo, ma pur sempre ottantenni, con le loro abitudini, le loro fisime, le loro convinzioni sulla migliore tattica di gioco a scopone scientifico, le loro medicine e la loro immensa solitudine.
Lo Psichiatra organizza un torneo di pallavolo nel Chiostro e qui ho visto la scena più cristiana (in senso cattolico) di tutto il film (e questo è uno dei punti che non ho capito...cioè magari la cristianità ce la vedo solo io dalla mia prospettiva di cattodubbiosa, e in realtà si voleva esprimere la più bassa blasfemia...): la squadra dell'Oceania è composta da solo 3 Cardinali ("se farete un buon lavoro con i fedeli, magari al prossimo Conclave sarete di più!"), e subisce pesantemente la brillante tecnica del Sud America. Ma quando riesce a realizzare un punto, uno solo, la folla in delirio invade il campo in un megabbraccio collettivo, tutti felici del punto dei deboli strapato ai forti ( tra l'altro notavo...ma che suore giovani! tutte, e ripeto, tutte le suore del film non superavano i 40 anni, erano tutte giovani e carine! Che belle...meno male che Moretti ci ha risparmiato lo stereotipo della suora vecchia-pinguino-bacchettona...magari anche sorda).
Nel frattempo il Papa sta ancora cercando di ritrovare il suo passato, il suo presente e anche il suo futuro. Trova qualcosa in teatro, o meglio, in un pazzo che declama "Il Gabbiano" di Chechov. Perchè lui è un attore, l'aveva detto anche alla nuova psichiatra (per ironia della sorte?) ex moglie di quello vecchio.
Mentre assiste alla rappresentazione del dramma, i Cardinali fanno la loro silenziosa irruzione in teatro e la folla al fine capisce di essere alla presenza di colui che è stato eletto Papa. Perchè alla fine il dubbio che il film voglia insinuare che Dio ha scelto male viene. Se Dio opera attraverso il Conclave per eleggere il Padre della Chiesa, e questo Padre non si sente di prendersi l'impegno, è perchè Dio ha scelto male? 
La verità è che questa è una chiesa di uomini fatta da uomini con le debolezze di tutti gli uomini. E, sebbene sia stata (e non sono l'unica) un pò delusa dalla fine (non che sperassi in una redenzione), mi ha colpita la frase "non sono pronto per prendermi la responsabilità di un popolo da giudare, ho bisogno di essere giudato" (più o meno). Trovo che sia un ammissione moto sincera, ma mi sento in disaccordo con la scelta di far operare a questo Papa il dantesco "gran rifiuto". Perchè va bene che l'uomo è debole, ma c'è differenza tra debole e codardo... e io lo facevo senza dubbio più coraggioso.
Per concludere, le scene salienti:
Mentre un Cardinale elenca allo Psichiatra le cose di cui non si può parlare al Papa, tiene a precisare che "il concetto di anima e quello di inconscio non possono in alcun modo coesistere"..."Poi vediamo"(risposta che entrerà negli annali! Sarà il nuovo "Lei ha perfettamente ragione", il nuovo "con rinovata stima"!).
Il Papa dalla Psichiatra, dice di soffrire di "sinusite psichica". Bella, la riciclerò. 
La medesima psichiatra parla continuamente di "deficit da accudimento", malattia di cui,  a giudicare dalla breve gita in macchina, soffrono anche i suoi figli, e forse lei stessa. ("Ho il deficit da accudimento... non so cosa sia ma ce l'ho").
E infine, menzione speciale alla guardia svizzera che ha passato tutto il film a mangiare torte e ad agitare tende, a tenere ridicolmente in piedi una situazione di facciata, sostanza di un'apparenza risibile.

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