sabato 30 luglio 2011

La gente che sta bene vive a Monza

Oggi sono stata a Monza. Parliamone. Diciamo che la prima impressione che ho avuto è stata di aver trovato quella famosa "Gente che sta bene" di cui parla F. nel suo libro. Si, la gente che sta bene vive decisamente a Monza. Il Monzese tipo incarna lo stereotipo dell'imprenditore brianzolo, ricco abbastanza da avere la seconda casa al mare, lo skipass stagionale per l'inverno, la Porsche, due figli, magari un cane, l'abbonamento in palestra e il parrucchiere settimanale, ma non abbastanza da potersi permettere di essere eccessivamente snob.
Gli uomini sono brizzolati, hanno la pancetta ma vanno in palestra per buttare giù qualche chilo, hanno il rolex e la Polo, indossano i Jekerson color cachi e le scarpe da barca (che poi cosa porti a fare le scarpe da barca se la barca non ce l'hai?). Le signore hanno i capelli biondi con i colpi di sole in evidenza, il tubino di colori pastello, le ballerine scamosciate oppure il sandalo con la zeppa di sughero, portano orecchini d'oro e il filo di perle, hanno la fede di Pomellato, la borsa di Vuitton. Enorme.
Le bambine hanno le guance rosse e le trecce, la polo di Burberry's, il passeggino Inglesina. Non piangono. Sorridono e mangiano il gelato senza sporcarsi.
Percentuale di tamarri per le vie della città: inferiore al 5%. Ammirevole. La città Mulino Bianco! Le persone si incontrano per strada e si salutano con 3 baci, gli uomini si stringono la mano mostrando i perfetti risultati dello sbiancamento dentale, si invitano a cena, si invitano al brunch domenicale. Aleggia su tutto un aura di cordialità di convenienza (ma chi sono io per dire che non si tratta di cordialità sincera? Lo spero per loro!), un alone di... di Mulino Bianco, appunto, quasi innaturale. E ti chiedi come fanno ad essere tutti così felici, così belli ed eleganti. Monza ha l'aria della piccola cittadina di provincia sulla quale, però, forse arriva, portata dal vento o vaporizzata insieme ai pesticidi, la nube intossicante milanese (e dico intossicante in senso buono..cioè diciamocelo, il milanese tipo è un pò diverso dal brianzolo, ha un che di più nevrotico, cammina almeno a 70 km/h  col limite a 50, però ha anche l'aria beffarda del successo dipinta in faccia -come la "gente che sta bene" di F., appunto).
Comunque lodi a Monza, cittadina a misura d'uomo, tutto sommato. Non mi dispiacerebbe. Che i Monzesi abbiano trovato la formula per stare bene senza essere provinciali? Per essere milanesi senza vivere a Milano? Per avere l'aria buona senza vivere in campagna? Oppure sono tutti imprigionati in tante microstorie alla "Baciami ancora", e prima o poi daranno fuori di testa come Stefano Accorsi?

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