venerdì 24 agosto 2012

Il cuscino mangiapaura

Piccolo segreto: da quando ero piccolina, ho sempre avuto problemi ad addormentarmi. Quando avevo 5 o 6 anni, il problema era che avevo paura. Non era una paura ben identificata, avevo paura e basta. Sostanzialmente avevo paura dei cattivi. In generale. Così, nel mio cervellino in via di sviluppo, ho elaborato una soluzione elementare: se io sono dalla parte dei cattivi è ovvio che non mi faranno del male. Così, ogni volta che vedevo un film o un cartone che mi faceva paura, io mi mettevo nel lettino, la notte, e immaginavo delle storie in cui ero uno dei cattivi. Incarnavo un cattivo già esistente oppure ne inventavo uno nuovo che interagiva con quelli esistenti, creavo delle sorte di spin off. Spesso immaginavo di essere la donna del cattivo, altre volte mi immedesimavo addirittura nei personaggi maschi. Tendenzialmente comunque, le mie invenzioni erano molto più cattive dei cattivi, talmente cattivi che anche i cattivi avevano paura. Così, giusto per essere sicura.
 Crescendo, la razionalità delle mie paure è sfumata verso qualcosa di più, come dire, femminile. Paura e basta, insomma. Immaginavo storie romantiche, che non avevano più quasi nulla a che vedere con i cattivi dei film, ma che mi vedevano donzella in difficoltà salvata dall'eroe di turno. E mi addormentavo abbracciata al mio cuscino rotondo. Ora, riesco a dormire abbastanza bene, ma fino a qualche mese fa, nel dormiveglia, immaginavo di essere una donna realizzata, di avere potere, non so, di avere tutto ciò che si può desiderare dalla vita, con il mio cuscino rotondo a riempire lo spazio accanto a me, e mi addormentavo abbracciandolo.
Oggi, in tutta sincerità, non riesco più a fare questo gioco. Ho sempre pensato, anche quando ero piccola e il mio problema più grande erano i mostri dei Power Rangers, che prima o poi questa cosa sarebbe finita, che non ne avrei più avuto bisogno. Ma non credo che sia questo il caso. No, io ho ancora bisogno di immaginare qualcosa, di stringere il mio cuscino. E' semplicemente che non so cosa immaginare. Perchè ho talmente tanta compagnia da sentirmi fondamentalmente sola, e la mia paura per il futuro, credo sia di sentirmi sempre più sola. O di svegliarmi un giorno con qualcuno accanto a me che non riesce a riempire lo spazio bene come il mio cuscino rotondo. Prima, il mio cuscino, prendeva il volto dei miei desideri. Oggi non saprei che volto dare al mio cuscino. Lo stringo sempre, me lo metto sopra la testa, ovatta tutta la mia camera, mi scalda le orecchie. Ma è solo un cuscino. Mi sento sballottata, emotivamente sballottata, impaurita, un randagio, ancora una volta. Ma se prima c'era l'aula tutor, il rifugio dei randagi, ora cosa c'è? Il mio lavoro? La determinazione professionale? Cosa c'è? Nemmeno più il mio cuscino rotondo sa darmi una risposta. Proverò a stringerlo fino a domani.

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