martedì 26 giugno 2012

Cuore in affido

Oggi in Tribunale, invece di ascoltare il Giudice (si, lo ammetto...), leggevo un libro. Nel libro si diceva che il nostro corpo altro non è che una cassaforte per il cuore. Che tutto parte dal cuore, che il cuore è custode della parte più importante di noi perchè contiene le emozioni, i sentimenti, i desiderata...ed è anche la parte più forte perchè sopporta pesi enormi, come la solitudine.
Conoscete 4'33'' di John Cage? E' un componimento musicale per strumento e cuore. Il compositore da istruzioni al musicista di non suonare per un tempo stabilito in ogni movimento per un totale di 4 minuti e 33 secondi. In questa frazione temporale il musicista è come sospeso e non deve far altro che star fermo davanti al proprio strumento e ascoltare i battiti del proprio cuore. Che dicono? Suggeriscono un ritmo, una melodia? Sussurrano parole d'amore e di ricordo? Solo loro sanno cosa dice il cuore ma, da musicista a musicista, il sussuro sicuramente cambia, rendendo ogni esecuzione unica in assoluto e riempiendola, di volta in volta, della personalità di chi partecipa.
Riflettendo su questa cosa, mi è tornata in mente quella volta in cui sono andata a visitare con la mamma e il fratello non ricordo quale museo d'arte contemporanea di Milano vicino alla Bicocca (Bicocca Village?). Oltre alle varie installazioni di abiti usati e mucchi di calcinacci, oltre ai video di gabbiani al Polo Nord riprodotti in loop, c'era anche una galleria in cui si poteva entrare e, al buio, ascoltare i battiti di migliaia di cuori. All'esterno del museo c'era un gabbiotto in cui ognuno poteva essere partecipe di quest'opera e far registrare il proprio battito da riprodurre insieme agli altri nella galleria, ognuno unico ma unito  agli altri per formare una specie di pulsante sentimento comune. Potevo mai rinunciare a lasciare la mia impronta in cotale monumentale opera? Certo che no. Il mio battito è ufficialmente censito e potete sentirlo, insieme agli altri, se riuscite a recuperare traccia di questa avvenieristica iniziativa. Tra l'altro l'artista si proponeva non solo di proiettare l'avventore in questa galleria di voci misteriose, ma anche di raccogliere e catalogare il maggior numero di battiti cardiaci al mondo. Una specie di collezione del cuore. Una bella idea, no? Anche io lo faccio. Ultimamente, quando trovo un cuore per strada lo fotografo. Ho un sacco di foto di cuori. Sapeste quanti ne trovo, anche per caso: coriandoli a forma di cuore per terra calpestati senza pitetà, cuori stampati sulla tazza del cuoco intravista dalla fessura della porta della cucina di un ristorante, cuori incisi sui banchi delle aule penali del Tribunale (ebbene sì, praticanti del Foro di Varese in ascolto, vi sfido a trovarlo!), l'altro giorno ho trovato anche dei cuori indirizzati ai marziani (scena surreale: io e G. che camminiamo in via Veratti e, ad un certo punto, ci atterrano davanti 3 palloncini mezzi sgonfi con attaccato un foglio recante un messaggio per i marziani...ho foto che possono provarlo).
Ma per venire al succo di questo discorso molto rosa e molto pulsante, che posso dire?
Il cuore... il cuore... sole cuore amore.
Una metafora scontata, una rima inflazionata e una parola abusata.
La voce che mi parla quando nessun altro lo fa, l'amico che sa sempre cosa è meglio per me, il famoso cassetto dei miei sogni, la custodia dei gioielli più belli e più splendenti, ma anche il serbatoio del peggiore dei veleni. 
La linea intercettata dalla Procura del mio cervello, il cavallo che galoppa verso l'infinito e oltre, la vela spinta dalle note della mia musica e musicista di sinfonie composte e comprese solo dal mio petto.
Il misterioso pozzo profondo che contiene il meccanismo del quadrante del mio personalissimo orologio, il cronometro del mio tempo, il metronomo del mio ritmo.
E tutto così fragile. Esposto, come dire, alla pubblica fede. Abbiatene cura.

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