lunedì 5 dicembre 2011

Non piangiamo sul marketing versato

Alleluja Alleluja!! Barlumi di speranza per il cinema italiano. Diciamolo piano, sottovoce, ma sembra che qualcosa si stia muovendo. I mean, abbiamo fatto un periodo di vero decadimento ma a quanto sembra le vacche magre sono finite e c'è una ripresa in atto (almeno quello...). Mentre Fabio Volo si destreggia nel rendimento cinematografico del suo romanzo più riuscito (che rimane "Il giorno in più", nonostante le ultime uscite editoriali..e ho detto tutto), Ficarra e Picone mi sorprendono ancora una volta (come le altre due, sempre all'altezza). Ma andiamo con ordine.
L'altro giorno sono andata a vedere, magno cum gaudio, "Il giorno in più". Allora. Diciamo che la storia è "liberamente tratta" dal libro e di questo bisogna essere molto consapevoli. Accettata questa premessa ci si può approcciare con piacere e gusto ad un'oretta e mezza di buon cinema leggero, un pò comico, un pò introspettivo, poco pretenzioso, molto alla mano, ruspante e rustico, quotidiano, proprio come piace a me. Diciamo che il buon Fabio (lo chiamo in causa anche se non è il regista perchè, in fondo, la sceneggiatura è farina del suo sacco) poteva risparmiarsi un paio di uscite alla "Serendipity" (bel film ma, appunto, l'abbiamo già visto), un finale un pò scontato e poteva anche evitare di rinunciare a tutte le belle cose che aveva voluto trasmettere con il libro, tutti quei bei concetti che mi piacevano tanto e che mi trovavano tanto d'accordo, e che mi chiedevo come sarebbero stati resi sullo schermo e come avrebbe reagito il pubblico. Ecco. Problema risolto e buone intenzioni stroncate sul nascere.
Per quanto riguarda "Anche se è amore non si vede" commento tutto positivo. D'altronde, precedenti eccellenti esclusi (mi riferisco ovviamente ad Aldo Giovanni e Giacomo), nessun gruppo comico è mai riuscito a dare al cinema la stessa qualità data a Zelig (o equivalenti). Invece Ficarra e Picone mi sono sempre piaciuti molto di più al cinema, sia ne "il 7 e l'8" sia ne "La matassa". E anche qui ho trovato una innocenza paragonabile a quella di "Arrivano i gatti", una sorta di teatrino dell'assurdo che sorprende per il suo candore senza essere mai banale, condito con un numero di battute, tutte riuscite, adeguato e leggero. La storia è semplice, ma le caratterizzazioni sono ben riuscite, dalla guida russa sexy e un pò scema, all'innamorato contornato da cuoricini. Nonostante la presenza di numerosi personaggi da "commedia dell'arte", nessuno cade mai nel tranello del proprio stereotipo, evitandoci la solita solfa (qualcosa mi dice che la suddetta solfa ritornerà sui nostri schermi con il prossimo cinepanettone...). Le ambientazioni sono pervase da un gusto anni '90 che ho apprezzato molto (come anche il linguaggio pulito, che non è così scontato). Unico scivolone (che mi ha fatto un pò tristezza, a dire il vero) la scena del neosposo che si fa la gnoccona nel bagno durante il banchetto di nozze...ecco quella si poteva veramente tagliare che tanto non ci perdevamo niente (anche perchè in un film con un messaggio talmente positivo che anche l'happy ending non stona, questo fulmine di pessimismo matrimoniale sta veramente male).
E se ci sono speranze di ripresa per il cinema nostrano non può dirsi lo stesso per la nostra televisione. Ormai in tv piangono tutti! Dai reclusi del Grande Fratello ai postini di Cè posta per te, finanche addirittura alla Sig.ra Ministra. Neanche le avessero recapitato un messaggio dal figlio in puro stile reality (che ormai, non so se avete notato, ma i piagnistei sono preventivi: uno riceve una busta, non sa cosa c'è dentro, ma per non saper nè leggere nè scrivere, piange), neanche le avessero comunicato la morte del gatto in diretta, neanche le avessero dimezzato il vitalizio. Sig. Ra Ministra, ero così contenta che il Governo, stavolta, avesse ben tre rappresentanze femminili di un certo rilievo (e che non avessero fatto calendari). Ho pensato: finalmente tre esempi di donne forti, come si usa dire "con le palle", finalmente potremmo mettere a tacere le maldicenze sulle donne preda dei propri ormoni e delle proprie lacrime!
Ecco. Ora, non voglio entrare nel merito dell'emotività di nessuno, però un minimo di credibilità cerchiamo di darcela anche noi. Posso capire che la situazione non era delle più allegre, ma se anche la Ministra piange sarà dura far ingoiare a tutti l'ennesima pillola. Perchè nonostante questo catastrofismo imperante, sono sicura che se qualcuno dimostrasse di crederci un minimo sarebbe più facile per tutti. Certo, la lacrima facile non aiuta, anche perchè, dai, è davvero poco credibile! Fa tanto C'è posta per te, appunto! Sembra messa lì, servita su un piatto d'argento per i giornalisti, e infatti stamattina la prima pagina del Corriere on line era per le lacrime della Ministra, non certo per la riforma delle pensioni! Ma....aspetta aspetta...che fosse una scelta di marketing?!

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