giovedì 7 aprile 2011

Una zanzarina che vola in circolo

Premesso che sono giorni che vivo nell'apatia più totale. Premesso che non ho idea di cosa sto scrivendo perchè la mia testa è vuota (c'è una cosa carina, che si usa spesso dire a chi è un pò zuccone...che ha i criceti nel cervello. Ecco in questo momento non ho nemmeno i criceti...ho una zanzarina che vola in circolo...giusto per rendere l'idea).
Ecco, ho visto "Tempi Moderni". Charlie Chaplin, 1936.
Ammetto che non avevo mai visto un film muto. Sono rimasta molto colpita dal contrasto con i film che ho visto di recente, tutti parole. Qui le sensazioni passano solo attraverso musica e immagini. Perchè quelle quattro parole scritte non si può certo dire che comunichino qualcosa. La recitazione di Chaplin (se così si può chiamare, una pantomima senza parole, per quanto piena di sentimento) è molto più espressiva di quanto mi ero immaginata. Riesce a comunicare tutto solo attraverso il movimento del suo corpo, e forse è anche per questo che spesso questi movimenti si traducono in danze.
Significativo, sempre a mio modesto parere, che le uniche parole vengano proferite o da strumenti meccanici o da figure autoritarie (come il padrone della fabbrica). Ciò che dice Charlot in quella che probabilmente è la prima esperienza di cinema sonoro di Chaplin (dal momento che era abbastanza scettico in merito..) sono parole senza senso, in una lingua inventata, e naturalmente in musica (tutta scritta da Charlie in persona, tra l'altro...che si è occupato anch del soggetto, e del montaggio, oltre, ovviamente, che della regia...).
Se fossi stata padrona di me, guardando il film, mi sarebbe venuto in mente il titolo di quella favola di Rodari che parlava di un omino che finiva bloccato negli ingranaggi di un orologio o qualcosa del genere (mi pare che sia in "Favole al Telefono"...se qualcuno ne avesse notizia...).
Se fossi stata pardona di me pensando a questo post mi sarei sicuramente presa la briga di analizzare il contesto storico o per lo meno sociologico che ha spinto Chaplin ad elaborare un film del genere; l'avrei senza dubbio paragonato a "La guerra lampo dei Fratelli Marx", e avrei cercato le differenze nella rispettiva comicità (meglio tragicomicità). Mi sarebbe piaciuto capire che differenza c'è tra chi negli anni '30 proponeva una critica sociale attraverso un film come "Modern Times", attraverso una risata e una lacrima (perchè, diciamolo...quanto è tenero il finale?), e chi oggi la propone attraverso brutture patetiche come "Draquila".  Avrei voluto capire come si è evoluto il nostro modo di sorridere in più di 80 anni, e fino a che punto Chaplin è ancora attuale.
Invece è venuto questo post confuso...accontentatevi.

Nessun commento:

Posta un commento