"Se un alieno venisse da me e mi dicesse che ha capito tutto degli uomini-l'amore, la morte, etc- ma mi chiedesse di fargli capire cosa è l'arte io, invece di fargli vedere la Gioconda, probabilmente gli farei vedere Arancia Meccanica".
Ecco. Anche io.
E data l'incredibile popolazione di alieni che sta proliferando in Università, secondo le teorie di Marmotta, avrò la possibilità di rivedere questo film all'infinito (sempre che a questi alieni venisse in mente di chiedere proprio a me cosa è l'arte...perchè potrebbero capitare con qualcuno che confonde l'Overture del Guglielmo Tell di Rosini con l'Inno Italiano...no, non so scherzando, è successo...e posso solo aggiungere che il protagonista- anzi, la prtagonista- della gaffe non era uno studente...........).
Ma oltrepassiamo con un agile balzo mentale i profondi abissi culturali che affliggono il nostro tempo e parliamo di cose serie.
Quale migliore colonna sonora per questo post, se non la Nona Sinfonia di Beethoven? Secondo e quarto movimento. Il quatro, magari, arrangiato da Wendy Carlos. Delirante. Deformato. Allucinato.
In un post precedente avevo detto (e lo confermo) che se mai avessi provato a scrivere qualcosa sul mio film preferito, avrei inevitabilmente peccato di incompletezza. Quindi non mi ci metto nemmeno. Cioè su Arancia Meccanica bisognerebbe scrivere un libro, non un post. Parte prima: un'analisi scena per scena di musica, dialoghi, inquadrature, scelte di regia, adattamento, interpretazione personale. Parte seconda: commento generale alla pellicola e attualità di un messaggio lanciato nel 1971.
In effetti non lo vedevo da un pò, e comunque prima di ieri sera non l'avevo mai visto, come dire, in grande.
Un orgasmo intellettuale.
Ricordo perfettamente che una volta, qualche mese fa, in aula tutor, parlavo dei miei gusti letterari e cinematgrafici (impietosamente derisi in quell'occasione), e cercavo inutilmente di spiegare la mia personale teoria del personaggio carismatico (al che B., dando fondo alla sua smisurata intelligenza, mi ha consigliato di leggere Montalbano...Grazie cara, davvero). Ecco, mentre cercavo di spiegarmi, pensavo ad Alex. Al suo modo di vestire, al suo modo di parlare, alla sua ferocia (intesa nel senso latino del termine), al suo dispotismo, alla sua incredibile coerenza. Alex è il mio personaggio carismatico, e forse la cosa emerge ancora di più nel romanzo di Anthony Burgess, scritto interamente in Alexese.
V. mi ha detto di non essere riuscita a stabilire con lui un legame di empatia. Eppure Kubrick ce la mette tutta per tessere questo filo mentale che dovrebbe legarci ad Alex, "il nostro affezionatissimo". Ma non voglio mettermi a sproloquiare sul tema "Giustizia umana o giustizia divina: esiste un Karma giusto?" oppure "La pena come privazione del libero arbitrio: occhio per occhio dente per dente", ne ho già discusso sufficientemente stamattina.
Per ora mi accontento di citare la somma opera nel mio piccolo ed insignificante video.
Nessun commento:
Posta un commento