Ok. Questo post va scritto ora, a caldo. Non tanto perchè non voglio lasciar raffreddare le mie impressioni su questa serata, quanto perchè domani mi sarò già dimenticata tutto, quindi scrivo, così poi rileggo e mantengo viva la memoria (insieme a V., la mia coscienza storica...).
Allora. Andrei per gradi. Anzi, per tag. Dunque.
I TAMARRI
Non mi ricordo dove eravamo di preciso, ma stavamo andando verso Gallarate per prendere l'autostrada. Io guidavo. C. e V. sono scoppiate improvvisamente a ridere perchè due tamarri, da una panda blu vecchio modello, avevano cominciato ad ammiccare verso di noi. Erano due tamarri di lunga esperienza, avranno avuto più di 30 anni (che è un pò troppo per conciarsi ancora così, lasciatevelo dire...). Erano modelli full optional: canottiera (uno nera e uno bianca), tatuaggio sulla spalla , capello unto. Di più non ho visto, anche perchè ho iniziato uno slalom tra i camion per seminarli.
IL CAVALLO
Dopo due ore di coda tra autostrada e superstrada, vi assicuro, il cervello comincia a fare cilecca. Il nostro ha iniziato quando abbiamo visto un camion per il trasporto cavalli. Tutto è partito dall'affermazione: "in un film, l'eroina avrebbe abbandonato la macchina in mezzo alla strada, avrebbe raggiunto il camion di corsa (che non era un'impresa impossibile, dato che stavamo andando a due all'ora...), avrebbe liberato un cavallo bianco con criniera fluente (stile Vidal per intenderci...) e sarebbe andata a Milano così" (solo che lei, nel nostro immaginario avrebbe dovuto raggiungere l'uomo della sua vita...). Abbiamo apportato ulteriori miglioramenti alla storia osservando che, in effetti l'eroina non avrebbe seguito la strada...ma, saltato il guard rail, avrebbe raggiunto la città cavalcando nel campo che costeggiava la strada...Pianura Padana in libertà. Che poi io dico "Si, ma se lo facessimo noi ci perderemmo...matematico!". E V., pragmatica: "Ma abbiamo il Tom Tom!".
ROMBO DEL MOTORE...SEXY
Esasperate dalla coda e un pò scoraggiate dal ritardo abissale che stavamo accumulando, ci siamo lasciate prendere dall'emozione e, lungo la tangenziale, abbiamo (meglio...ho) sorpassato una lentissima macchina giudata da una vecchietta.
Ora, sembra una scemata a dirsi, ma la mia macchina ha un bottoncino dietro il pedale dell'acceleratore schiacciando il quale si inserisce il Turbo (la marcia scala e il motore riceve più potenza, per effettuare il sorpasso). Ecco, ho inserito il Turbo e delle sconvolte C. e V. mi fanno: "Che rombo!". E io: "Sexy, eh?".
FEDERICO
Mission compiuta! Siamo arrivate con un'ora di ritardo (d'altronde le vere dive arrivano sempre in ritardo...), ma forse è stato meglio così. Abbiamo avuto a disposizione un'ora (forse più) per chiaccherare in maniera informale, per commentare il libro, e per bere un bicchiere di spumante.
Ci siamo trovati tutti d'accordo sull'incredibile clima subtropicale della Rizzoli. Io avrei messso due palme ornamentali, un paio di pappagalli e avrei servito un cocktail fortemente alcolico in un mezzo ananas...
Abbiamo avuto modo di fare tante domande e confrontare vedute ma....mi sono dimenticata di fare la domanda più importante, quella che mi stava sul groppo da quando ho comprato "Studio Illegale"!
Ma Duchesne...come cavolo si pronuncia?! No, sul serio...è una cosa che mi assilla (mi assillava di più prima, ora che conosco il nome dell'autore meno...) perchè se devo consigliare a qualcuno un suo libro mi trovo in un certo imbarazzo a non saper pronunciare il nome o a pronunciarlo sbagliato...
Comunque è stato piacevole vedere Giuseppe dal punto di vista del suo creatore... Quando ha detto "alla fine Giuseppe non cambia perchè volevo che rimanesse così, mi piaceva troppo", mi sono trovata d'accordo...cioè Giuseppe è Giuseppe ed è così, se cambiasse sarebbe solo un altro personaggio redento. Anche a me piace di più così. Anche perchè, lo ammetto, ero scettica, quando avevo letto che il protagonista del nuovo libro sarebbe stato Giuseppe. Lo credevo una macchietta. Pensavo che non sarebbe stato in grado di sostenere tutta una storia da solo...Invece è stato all'altezza della situazione. Certo, ci sono molte differenze, se vogliamo confrontarlo con l'Andrea di "Studio Illegale". Se vogliamo dirla tutta nel primo libro erano descritte delle situazioni incredibilmente comiche nella loro amarezza, nel secondo erano descritte delle situazioni incredibilmente amare nella loro comicità.. non so se mi spiego. Comunque tutti i punti (a parte la pronuncia del nome) sono stati chiariti a voce.
VUOI METTERE?
Dopo l'incontro, era d'obbligo la schifezzocena da Mc Donald's.
Ho fotografato l'incredibile tristezza delle persone che cenavano da Mc Donald's...tutte sole (v. album "Un momento" su fb). Uomini, donne, giovani, vecchi, incravattati, barboni... soli. In un momento di telepatia abbiamo tutti pensato all'Andrea di "Studio Illegale, che mangiava la pizza da solo (quando lo leggevo mi veniva sempre voglia di dirgli: "Vengo io a farti compagnia! Parliamo un po'!").
Comunque. Cenando M. ci ha chiesto se eravamo andate a Milano in treno. "No," abbiamo risposto "siamo venute in macchina." Allora M. ci ha spiegato che lui prende sempre il treno per andare a Milano, è comodo e non si subisce il traffico (coltello nella piaga..). Io l'ho guardato e ho risposto: "Vero, ma...Vuoi mettere?" (cit. da...?).
Un pensiero è andato anche a R. che, se ci fosse stato, avrebbe sicuramente detto: "Piantatela di fare pollaio!" (in effetti stavamo facendo talmente tanto pollaio che ce lo siamo dette da sole...deformazione professionale...).
TENDI A DESTRA
Rientro a casa e momento di panico quando il Tom Tom si rifiuta di collegarsi al satellite. Io non avevo idea di come arrivare in autostrada da Piazza Borromeo.
Ora, le Women on a Mission hanno studiato un MNB (metodo di navigazione brevettato): V. tiene in mano il Tom Tom e mi dice cosa devo fare. Io guido ed eseguo (ultimamente ci siamo anche specializzate nel linguaggio rallystico per indicare l'ampiezza delle curve...e non so se mi spiego...). C. tiene l'Ipod e gestisce la parte musicale del viaggio.
M. ha provato a sostituire il Tom Tom con il cellulare dotato di GPS.
Ecco, la navigazione di M. è leggermente distante da quella di V...Niente di male, ma "ora tendi a destra" non è un'indicazione di immediata interpretazione...soprattutto in una strada che svolta a sinistra!
Comunque siamo arrivati sani e salvi, ognuno alla propria destinazione, dopo una giornata che ci ha portate non solo a conoscere Federico, ma anche a vedere alcuni luoghi milanesi di altissimo interesse culturale quali lo studiolo di Enzo e...
Buona Notte!
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